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Nell’internet del futuro la sicurezza è tutto

Responsabile del gruppo che si occupa di cybersecurity, Paolo Mori ci spiega come convincere cittadini e imprenditori a condividere i propri dati.

Che i dati siano il petrolio del nuovo millennio è ormai assodato. Quando si parla del valore della data science e del potenziale (anche economico) nascosto nei big data, non ci si riferisce solo ai colossi californiani dei social network. Da ormai qualche anno, anche le aziende più piccole – e che non necessariamente si occupano di tecnologia in senso stretto, le pubbliche amministrazioni, e persino i singoli cittadini sono produttori di dati e, allo stesso tempo, guardano al mondo dell’analisi dei dati con molto interesse.

Un valore da condividere

Se potessimo usare i dati provenienti da tante fonti diverse ed elaborarli insieme, ecco che potremmo estrarre il vero valore dei dati”, esordisce Paolo Mori, responsabile del gruppo Trust, Security and Privacy dell’Istituto di Informatica e Telematica (IIT-CNR). Mori e colleghi si occupano di cybersecurity, sviluppando sistemi in grado di proteggere i dati e quindi di creare fiducia per chi è chiamato a condividerli.


La condivisione per permettere elaborazioni collaborative è alla base della creazione di valore dai dati. Questo non sempre incontra il parere favorevole dei produttori che, prima di mettere informazioni in condivisione, vogliono essere sicuri che ci sia una protezione adeguata”. Con il termine “adeguata” si intende che il sistema di condivisione deve garantire ai produttori dei dati che i loro requisiti di sicurezza e di privacy siano soddisfatti. “Solo così le persone accetteranno di mettere a disposizione il loro prezioso patrimonio di informazioni”, riflette Mori.

Questa tecnologia di condivisione privacy-preserving si rivela molto utile in tanti scenari applicativi, come le smart home, che producono molti dati potenzialmente interessanti, ma che per acquisire valore devono essere elaborati assieme a quelli di tante altre abitazioni.

Sicurezza per l’industria 4.0

Un altro ambito in cui si guarda molto al tema della protezione dei dati è senza dubbio quello industriale. Infatti, con l’avvento di Industria 4.0, i macchinari connessi che vengono impiegati nei processi produttivi sono produttori di enormi quantità di dati. Anche qui vale lo stesso principio: dalla condivisione dei dati prodotti da più industrie si può estrarre conoscenza utile per tutti, che non sarebbe invece possibile ottenere utilizzando i dati di una singola industria.

Per esempio, mettendo insieme i dati di macchine di più industrie si potrebbero mettere a punto sistemi di manutenzione predittiva cooperativi che risulterebbero molto più efficaci e tempestivi di quelli operanti sui dati delle singole industrie. Questi sistemi sarebbero in grado di capire con sufficiente anticipo quando un macchinario del processo produttivo sta per rompersi, in modo da prevenire il guasto ed evitare fermi della produzione”.

Ancora una volta, per convincere gli imprenditori a mettere le proprie informazioni a disposizione di potenziali concorrenti si deve garantire la massima sicurezza e il rispetto delle loro preferenze di privacy su tali dati.

Ed è qui che entrano in scena Mori e il gruppo di ricerca da lui guidato: “Il nostro ruolo è produrre modelli e strumenti software per la condivisione controllata dei dati e l’esecuzione di analisi collaborative, nel rispetto delle preferenze di privacy espresse dai produttori”. Ovvero: il sistema di condivisione che raccoglie i dati associa a ognuno di essi le preferenze di privacy e sicurezza che ciascun proprietario vuole che vengano rispettate, e le applica nel momento in cui i dati vengono richiesti per eseguire una analisi collaborativa. In questo caso l’utilizzo di un dato può essere concesso totalmente, parzialmente o anche del tutto negato. “Lo strumento software che il nostro gruppo di ricerca ha messo a punto permette di definire politiche di sicurezza e privacy molto complesse che, per decidere se concedere l’utilizzo di un dato, tengono in considerazione anche le caratteristiche di tutti i dati elaborati“.

Progetti in corso

Seguendo gli stessi principi, gli scienziati stanno lavorando a un progetto, E-Corridor, che riguarda la mobilità sostenibile. Incrociando dati provenienti da più aziende del settore dei trasporti (ferrovie, noleggio auto elettriche, aerei..), è possibile consigliare il viaggio migliore per le esigenze dell’utente, che potrebbe avere un budget massimo di spesa o una preferenza per un mezzo di trasporto in particolare. “In questo studio il nostro ruolo è permettere all’algoritmo di lavorare su una base di dati più ampia possibile. Quindi faremo in modo di lasciare alle aziende che partecipano agli esperimenti la libertà di scegliere quali dati condividere e con quali altre aziende concorrenti”, racconta Mori.

Del gruppo che si occupa di cybersecurity fanno parte anche ricercatori che studiano la vulnerabilità dei sistemi elettronici montati sulle nostre auto e altri che si occupano dell’analisi dei falsi in rete, dalle ormai famose fake news alle recensioni a pagamento che gonfiano artificialmente la popolarità di alcuni prodotti.

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